Da vedere
Chiesa di San Rocco:
Fu eretta nel 1656, come atto votivo dei cittadini scampati alla peste. Dall’epigrafe posta sul portale si deduce che, nell’anno 1743, i Roccolani rinnovarono i loro voti al Santo.
E’ l’unico fabbricato scampato alla furia dell’ultima guerra:
La facciata con coronamento a capanna e leggermente incorniciata da paraste appena accennate, in blocchi di pietra irregolari: il portale in pietra viva è sormontato da cimosa con volute laterali disposte a mo’ di timpano spezzato, al centro delle quali si trova un’epigrafe datata 1743. Chiude il coronamento del portale lo stemma del paese raffigurante tre torri. Nella parte alta si apre una finestra rettangolare che inferiormente presenta un motivo ornamentale a conchiglia. L’interno, ad aula unica e con abside semicircolare, presenta dietro all’altare maggiore, che poggia su colonnine in marmo, un coro ligneo, al di sopra del quale s’imposta sulla parete di fondo un’adorna nicchia contenente la statua di S. Rocco e lateralmente ad essa due ovuli decorati in stucco. Sul lato sinistro vi sono un altarino marmoreo e un rilievo in bronzo.
Annessa alla chiesa esiste una cappella privata della famiglia Angeloni d’impronta barocca, ricoperta di cupolino arricchito da motivi ornamentali in stucco.
Sacrario Monte Zurrone:
Il monumento è posto alla sommità del monte Zurrone ed è dedicato ai 145.000 Caduti in tutti i teatri del secondo conflitto mondiale, ai quali non fu possibile dare degna sepoltura, una lapide, una Croce. Roccaraso era uno dei tanti paesi e città italiane “bruciati” dalla guerra. Ed arrivando in questo centro montano se il turista guarda in alto verso le montagne può scorgere “Monte Zurrone”, un picco dominante panoramico, che fu posto d’osservazione per i tiri di artiglieria e su di esso il “Monumento ai Caduti senza Croce”, un sepolcreto di nomi in luogo delle ossa per sempre disperse, voluto dal tenace ed infaticabile Col. Vincenzo Palmieri, combattente egli stesso e che aveva avuto nella propria famiglia un fratello ufficiale morto in Jugoslavia ed un cugino disperso in Russia. E a ricordo dei propri cari ma anche di tutti i giovani soldati decise di impegnarsi per costruire sui nostri monti un Sacrario che li ricordasse alle future generazioni.
La costruzione del Monumento venne iniziata nel 1956 con offerte di Enti, Forze Armate, Associazioni combattentistiche di ogni parte d’Italia, Personalità, Artigiani. Offerte in dono di manufatti non mancarono da molte Città d’Italia colpite duramente dalla guerra.
Il 1 settembre 1961 dalla storica Basilica di Santa Croce di Firenze partì, diretta al nostro Sacrario, l’urna bronzea che conteneva i Ruolini di un primo gruppo di 12.500 Ufficiali, Sottufficiali e Soldati, tutti caduti senza croce. Manciate di terra, di sabbia e di mare delle località in cui i nostri valorosi soldati hanno combattuto e spento la propria esistenza, si conservano nel Sacrario. Ogni anno, l’ultima domenica di giugno si svolge su Monte Zurrone la “Giornata del Ricordo”, affinchè il ricordo dei caduti per la Patria, il loro sacrificio sia la speranza di un futuro di pace. Presso il Comune di Roccaraso è possibile richiedere il libro sulla storia del monumento: Perché Monte Zurrone…,V. Palmieri, Edizioni Opera Nazionale per i Caduti Senza Croce, Firenze 1984.
Sacrario di Limmari
La strage ricordata dal sacrario fu commessa dai nazisti durante il periodo di occupazione in Italia, avvenuta il 21 novembre 1943 a Pietransieri.
In località bosco di Limmari i soldati tedeschi trucidarono 128 persone, di cui 60 donne, senza motivazioni documenentate, ma per il semplice sospetto che la popolazione civile sostenesse i partigiani. La zona in cui avvenne il massacro rappresentava uno dei capisaldi della linea difensiva Gustav su cui le forze armate tedesche si attestarono dopo lo sbarco alleato a Salerno.
La rappresaglia dei tedeschi, comandati dal tenente Schulemburg, si accanì in un primo momento contro il bestiame razziato, mitragliato e abbandonato nei boschi circostanti e in un secondo contro gli abitanti inermi che furono prelevati e condotti al bosco di Limmari per essere trucidati.
Sul luogo della strage fu edificato un piccolo tempio le cui le pareti sono coperte di targhette di pietra che recano il nome e l’età di tutti i caduti. Per ricordare i martiri, si svolge nel paese il 20 novembre la fiaccolata del Ricordo che, sin dal 1945, ripercorre in maniera simbolica il percorso effettuato dalle sfortunate vittime, con una processione notturna che parte dalla località Limmari per giungere in paese.